Come funziona un impianto idrico centralizzato?

Qualora sia presente un impianto idrico centralizzato (assenza d’impianti unifamiliari) le spese relative alle quote di consumo ordinario saranno ripartite, secondo quanto prescritto dall’art. 1123 II comma, in proporzione ai consumi individuali registrati dai vari contatori di sottrazione serventi le diverse unità immobiliari, salvo diversa convenzione contrattuale (in preventivo si richiederanno quote calcolate sulla base degli ultimi consumi annuali rilevati).

Le spese relative alla manutenzione dell’impianto, nonché quelle afferenti ai consumi involontari per l’acqua calda sanitaria, dovranno essere ripartite tra tutti i condomini (anche quelli non allacciati) in proporzione ai millesimi di gestione calcolati nella tabella d’uso TABELLA ACQUA, o, in alternativa, secondo millesimi di proprietà. Infatti, secondo quanto disposto dalla sent. 30 novembre 2017, n. 22394 del Tribunale di Roma, così come ribadito anche dal Tribunale di Torino, nel caso in cui un condominio sia sprovvisto degli appositi contatori per la rilevazione del consumo idrico, le spese relative ai consumi volontari, involontari e manutenzione dell’impianto idrico centralizzato devono essere ripartite secondo quanto prescritto dall’art. 1123 I comma c.c., ossia secondo millesimi di proprietà.

Per analogia, seguendo quanto disposto in tema d’impianto di riscaldamento centralizzato, in caso di distaccamento di un condomino dall’impianto idrico centralizzato si applicherà l’art. 1118 IV comma.

A livello tecnico, ecco le differenze fra l’impianto unifamiliare privato e quello centralizzato.

Nell’impinato centralizzato:

1.     1 la rete idrica pubblica è collegata da un tubo che collega la rete al punto di consegna alla proprietà privata, che solitamente si trova al confine della proprietà condominiale. I tubi di collegamento sono di proprietà del gestore;

2.     2 solitamente il punto di consegna corrisponde anche con il punto in cui viene installato il contatore condominiale di rilevamento dei consumi;

3.      3 una serie di tubazioni verticali - e perciò comuni - distribuiscono l’acqua che arriva al punto di consegna e viene contabilizzata dal contatore fino ai vari appartamenti presenti nell’edificio. Pertanto, il tubo di adduzione principale che preleva l’acqua e tutti i tubi di distruzione saranno parte comune;

4.    4  Dopo la braga, ossia la biforcazione che funge da punto di diramazione che suddivide i tubi condominiali da quelli che servono le singole unità immobiliari, si sviluppano dei tubi orizzontali privati che conducono l’acqua dall’impianto condominiale a quello privato.
All’interno dell’appartamento è installato anche un sottocontatore per la rilevazione dei consumi idrici del singolo condòmino.

Qualora l’impianto sia completamente privato e quindi non vi sia un contatore condominiale, tutti i singoli condòmini saranno direttamente allacciati alla rete idrica.

In questa tipologia d’impianto, nel punto di consegna dalla rete pubblica sorgono i contatori privati dei singoli condòmini, siti su strada o in appositi locali condominiali a cui potrà accedere anche il gestore stesso.
I tubi di adduzione che prelevano l’acqua dalla condotta pubblica, così come il sistema di tubi di distribuzione che portano l’acqua all’interno degli appartamenti serviranno esclusivamente le singole unità abitative, pertanto non avranno alcuna utilità condominiale.
Pertanto, tali tubi, anche se passanti per alcune aree comuni, saranno essenzialmente privati.
Saranno comuni, invece, i locali che ospiteranno i contatori privati.